Negli ultimi anni diverse scienze d'avanguardia hanno scoperto le basi genetiche di alcune caratteristiche individuali, confermando cosรฌ l'idea di una "natura umana" giร parzialmente definita prima che cultura e societร inizino a esercitare il loro influsso. Tuttavia numerosi filosofi e scienziati rifiutano questi risultati nel timore che la scoperta di facoltร e tendenze innate possa legittimare discriminazioni o ridurre il peso della responsabilitร individuale. Attraverso un confronto critico con alcune teorie ancor oggi radicate - come quella della "Tabula rasa" -, Steven Pinker spiega come sia proprio la comune e peculiare "qualitร " della specie umana, fondata sull'attivitร fisiologica del cervello, a rendere possibile la libertร di scelta. In queste pagine affronta quindi temi "scomodi" come le differenze psicobiologiche fra uomini e donne o le componenti genetiche della violenza, delll'intelligenza e dei sentimenti. Con grande chiarezza e luciditร analitica, e il conforto di solidi dati storico-scientifici, l'autore dimostra che un riconoscimento obiettivo dell'identitร dell'uomo come frutto di un'evoluzione biologica non รจ un'ipotesi socialmente pericolosa, ma puรฒ anzi essere l'indispensabile completamento delle grandi intuizioni che hanno avuto in passato l'arte e la filosofia.