Stella mattutina

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«Io vedo – nel tempo – una bambina». Così si apre Stella mattutina, presentandoci subito la protagonista e già offrendoci qualche indizio della tersa poesia delle sue pagine. «Scarna, diritta, agile. Ma non posso dire come sia, veramente, il suo volto: perché nell'abitazione della bambina non v'è che un piccolo specchio di chi sa quant'anni, sparso di chiazze nere e verdognole; e la bambina non pensa mai a mettervi gli occhi; e non potrà, più tardi, aver memoria del proprio viso di allora». Di questa bimba, da una distanza temporale che accomuna lei e la voce narrante, si cerca di recuperare la fisionomia e tutto il mondo. A essere rievocati sono però proprio l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza della Negri e soprattutto il suo mondo intimo di pensieri e stati d'animo: dall'epoca in cui viveva con la madre e la nonna nei locali di una portineria e scopriva le storie di Dumas, agli anni delle scuole superiori e della passione viscerale per la poesia, mentre affioravano in lei istintivi moti di ribellione nei confronti delle differenze di classe e di vita e si faceva sentire l'urgenza di una maggiore giustizia sociale; fino all'agognato diploma di maestra, simbolo di un difficile e doloroso riscatto. Pubblicata per la prima volta nel 1921 e salutata da illustri critici come l'opera migliore della Negri, Stella mattutina ebbe grande successo fra i lettori dell'epoca, varcando le frontiere con numerose traduzioni, ma può costituire una felice sorpresa anche per il lettore contemporaneo: l'esattezza dello sguardo con cui la scrittrice valuta e descrive quanto le accade e la circonda, la sensibilità e il coraggio con cui racconta una vita ricca di umiliazioni e di prove, la straordinaria freschezza dello stile, fanno infatti di questo libro una lettura appassionante e suggestiva.

Par autoru

Ada Negri (1870-1945), di famiglia umile e prestissimo orfana di padre, riuscì tuttavia a studiare e a diplomarsi maestra elementare. Dal 1887 cominciò a insegnare e contemporaneamente a comporre poesie, che prestissimo furono pubblicate con grande successo di pubblico (Fatalità, 1892). Entrata in contatto con il Partito Socialista e i suoi esponenti più importanti, alla questione sociale dedicò parecchie delle sue composizioni (Tempeste, 1894). In seguito al fallimento del matrimonio e alla morte della sua seconda bambina, sentì la necessità di dedicarsi a tematiche più autobiografiche e introspettive (Maternità, 1904, Dal Profondo, 1910). Trasferitasi a Zurigo, dopo Esilio e una raccolta di novelle (Le solitarie), pubblicò Orazioni, che riunisce le odi alla patria, segno di un'evoluzione che dall'impegno civile l'aveva portata a concentrarsi su tematiche di tipo patriottico. Dopo la prima guerra mondiale al centro delle sue opere tornarono soprattutto i sentimenti: dal 1919 è la raccolta di poesie Il libro di Mara (seguito due anni dopo da Stella mattutina). Nel 1940, prima e unica donna, fu ammessa all'Accademia d'Italia.

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