Elogio dei giudici scritto da un avvocato: Scritto da un avvocato

Ponte alle Grazie
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Rileggere – o leggere per la prima volta – cosa scriveva questo grande maestro di vita, prima che di diritto, negli anni dal 1935 al 1956, in una serie di aneddoti e di considerazioni piene di humour, provoca nel lettore (in qualunque lettore, anche se sprovvisto di esperienza giuridica) un’emozione da grande scoperta. Dalle pagine di Calamandrei balza un quadro vivacissimo e pieno di realismo, illuminato da un’aneddotica professionale e da una ricca messe di regolette preziose sulla difficile convivenza tra i due banchi dell’udienza: «L’avvocato deve sapere in modo così discreto suggerire al giudice gli argomenti per dargli ragione, da lasciarlo nella convinzione di averli trovati da sé»; «Il cliente non sa che molte volte, dopo una vittoria, dovrebbe andare ad abbracciare commosso non il suo avvocato, ma l’avvocato avversario»; l’indipendenza dei giudici «è un duro privilegio, che impone, a chi ne gode, il coraggio di restar solo con se stesso, a tu per tu, senza nascondersi dietro il comodo schermo dell’ordine superiore». Calamandrei insiste particolarmente sul motivo della comunanza delle vite parallele: «Il segreto della giustizia sta in una sempre maggior umanità e in una sempre maggiore vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore: infatti il processo, e non solo quello penale, è di per sé una pena, che giudici e avvocati devono abbreviare rendendo giustizia». Guardi il lettore il fregio di questo libro: una bilancia nella quale il piatto più pesante è quello che porta una rosa, rispetto all’altro, che porta un codice: la poesia batte il diritto. (dall’Introduzione di Paolo Barile).

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About the author

Piero Calamandrei, nato nel 1889 a Firenze, è morto nel 1956. Insigne giurista, fine politico e colto pubblicista, fonda nel 1945 la rivista Il Ponte, crocevia di intellettuali nella Firenze dell’immediato dopoguerra. Il suo Elogio dei giudici ebbe larghissima fortuna fin dalla prima apparizione nel 1935 come testimoniano le tre edizioni seguenti, del 1938, del 1954, e del 1959, quest’ultima postuma, di cui sono state realizzate innumerevoli ristampe.

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