L'opera al nero

Feltrinelli Editore
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304
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Quella di Marguerite Yourcenar in Italia ÃĻ una storia peculiare. Dopo il premio Nobel nel 1951, devono trascorrere almeno dieci anni prima che la sua opera venga tradotta, su iniziativa di piÃđ editori – in primis Feltrinelli ed Einaudi. Quella pubblicata da Feltrinelli, in particolare, ÃĻ una Yourcenar misteriosa ed eversiva, autrice di romanzi come Alexis e Colpo di grazia, usciti nel 1962, e poi, nel 1969, L’opera al nero, capolavoro che conta a oggi quarantasei riedizioni. Gli anni in cui questo libro vede la luce sono pieni di movimento: Fidel Castro ha da poco consegnato a Giangiacomo Feltrinelli i manoscritti del Diario del Che in Bolivia e le rivolte sessantottine sono tutt’altro che un ricordo. PerchÃĐ allora pubblicare un romanzo ambientato agli inizi del Cinquecento? Per trovare una risposta bisogna immaginarsi lÃŽ, a scoprire tra le pagine di Yourcenar un protagonista di straordinaria modernità. Filosofo, medico e alchimista che fa della lettura uno strumento per liberarsi dall’ignoranza anche a costo di cadere nell’eresia, Zenone si porta dentro una carica rivoluzionaria indomabile. Attraverso di lui seguiamo una lenta caduta degli idoli, e nel suo rifiuto di tutto ciÃē che ÃĻ imposto, solido, istituzionale non possiamo che rivedere lo spirito di quanti si sono impegnati per creare un cambiamento nel mondo, trasformare le coscienze e far brillare ciÃē che prima era opaco. “‘L’uomo ÃĻ un’istituzione che ha contro di sÃĐ il tempo, la necessità, la fortuna e l’imbecille e sempre crescente supremazia del numero,’ disse piÃđ pacatamente il filosofo. ‘Gli uomini uccideranno l’uomo.’”

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