โLa situazione era diventava spaventevole. I ribelli algerini, ebbri di sangue e di carneficina, raddoppiavano gli assalti, sfondando una dopo lโaltra le linee di battaglia. Di quando in quando si udivano, mescolati agli scrosci delle folgori, al rombo dei cannoni e alle fucilate, le urla strazianti dei legionari che venivano spietatamente macellati. Alla una del mattino un altro quadrato veniva sfondato e poco dopo venivano respinti, aperti, spezzati, tagliuzzati gli altri tre.
Piรน non restava che il quadrato di Heliodor Pรญka ma in quale stato! Non vi erano piรน ufficiali che si erano fatti ammazzare alla testa dei loro uomini; non vi erano piรน i temibili legionari russi, distrutti totalmente in due cariche tentate contro quel formidabile nemico; non vi erano piรน gli artiglieri italiani, morti accanto ai loro pezzi smontati o scoppiati.ย Vโerano invece enormi ammassi dโuomini, di cavalli e di cammelli orrendamente scannati, dietro ai quali tiravano ancora i superstiti anneriti dal fumo, ubbriachi di polvere con le dita abbrustolite dalle canne di remington diventate ardenti.
Alle quattro e pochi minuti, Jnafluer che disteso a terra sparava dove appariva confusamente il nemico, vide Pierre Bรฉguรจre che si trovava solo, cinquanta passi piรน innanzi, portare le mani al volto, vacillare, abbandonare la sciabola e precipitare da cavallo.
Immediatamente si slanciรฒ a soccorrerlo.
Mentre lโamico esalava il suo ultimo respiro ebbe modo di ascoltare, dalla debole voce del morente, gli ultimi particolari di una storia che gli aveva narrato piรน volte.โ