La caduta del fascismo ebbe per effetto il rinnovo di buona parte della classe politica italiana ed è quindi, nella storia nazionale, una evidente cesura. Ma nel mondo degli intellettuali questa cesura non esiste. Quasi tutti i giornalisti, gli scrittori e gli studiosi che avevano collaborato ai quotidiani e alle riviste del regime passarono dolcemente dal fascismo allâantifascismo e continuarono a esercitare, con maggiore o minore successo, i loro talenti. Furono trasformisti, opportunisti, conformisti? Furono doppiogiochisti o infiltrati dellâantifascismo nella macchina propagandistica dellâItalia mussoliniana? Furono fascisti di sinistra, animati dalla speranza di orientare il regime verso i loro ideali? O furono piÚ semplicemente ÂĢpoveri diavoliÂģ, costretti dal bisogno a vendere il lavoro della loro immaginazione? Basta dare unâocchiata alla lista dei collaboratori di Primato, la rivista fondata e diretta da Giuseppe Bottai, per comprendere che non è possibile dare una sola risposta per Sibilla Aleramo e Corrado Alvaro, Arrigo Benedetti e Vitaliano Brancati, Dino Buzzati e Mario Luzi, Dino Del Bo e Leo Longanesi, Guido Piovene e Vasco Pratolini, Giaime Pintor e Salvatore Quasimodo, Renato Guttuso e Marcello Piacentini, Giulio Carlo Argan e Indro Montanelli, Giorgio Spini e Luigi Salvatorelli. Il libro di Mirella Serri evita i giudizi sommari e ricostruisce il percorso individuale di alcuni dei protagonisti della cultura italiana tra fascismo e antifascismo. Al centro del lavoro non vi è soltanto Primato. Vi è anche il dialogo che la rivista di Bottai instaurÃ˛ con altri giornali e riviste del regime in cui scriveva il resto della cultura italiana: Roma fascista, organo dei GUF (Gruppi universitari fascisti), Il ventuno domani, Tevere, Quadrivio, Le Conquiste dellâImpero, Nuovo Occidente, GioventÚ Italica. Molti di quegli intellettuali divennero comunisti, furono definiti da un vecchio esponente del PCI ÂĢfascisti redentiÂģ e mondati in tal modo di ogni loro peccato. Per usare un termine evangelico furono ÂĢborn againÂģ, rinati. Ma questa assoluzione, impartita al fonte battesimale di un partito politico (la definizione è di Paolo Mieli), ebbe lâeffetto di oscurare le ragioni del loro passaggio allâantifascismo e quindi della continuità che ha caratterizzato la cultura italiana nel momento in cui il paese cambiava istituzioni e classe politica. Molto di ciÃ˛ che il lettore troverà in questo libro è stato ricoperto per molti anni da un pudico velo. Grazie al lavoro di Mirella Serri la discussione è aperta.