I cani di Roma

Ponte alle Grazie
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La canicola dell’agosto romano pesta duro. Dagli alberi le cicale berciano il loro canto ipnotico. Nel vicinato i televisori stanno vomitando programmi per casalinghe assopite e Arturo Clemente viene assassinato in casa sua da un uomo che neanche conosce. Quando il commissario Alec Blume arriva sulla scena già fin troppo affollata del delitto, scopre che la vittima, impegnata in prima persona contro le violenze sugli animali, non è uno qualsiasi: si dà il caso che la vedova sia una parlamentare dell’opposizione. Blume, americano di origine, romano d’adozione e sbirro per vocazione, benchÊ abbia passato oramai piÚ di metà della sua vita nella capitale, non ha ancora imparato a piegarsi alle convenienze e alle clientele a cui i colleghi sembrano tanto attenti. Sarà cosÃŦ costretto a giostrarsi continuamente tra la ricerca della verità e le pressioni da parte dei diretti superiori e dei palazzi del potere perchÊ dia ai giornali un colpevole; si troverà a lottare per mantenere il controllo del caso in una città in cui anche un’indagine per omicidio deve piegarsi alle esigenze della politica. Fitzgerald, forte di una scrittura viva, penetrante, quasi cinematografica, confeziona una trama illuminata da una grande ispirazione narrativa e precisa come un meccanismo a orologeria. Impossibile non lasciarsi conquistare da personaggi che paiono quasi uscire dalla pagina per condurre il lettore giÚ giÚ fino ai bassifondi di Roma, quella stessa caput mundi una volta dilaniata dalle lotte tra i Colonna, gli Orsini, i Pamphili, e ora controllata da pochi capibanda, all’improvviso costretti a confrontarsi con un cane sciolto inebriato dal sangue, deciso a farsi strada nella geografia della malavita.

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