Globalia

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Dall’autore de L’uomo dei sogni, un libro che merita di stare a fianco di Orwell e Huxley sullo scaffale delle grandi distopie del nostro tempo. In un futuro prossimo, così prossimo da apparirci verosimile in maniera preoccupante, il pianeta è un unico grande stato in cui vige la democrazia perfetta. A Globalia non c’è più povertà, non ci sono guerre, c’è totale libertà di opinione. La medicina ha fatto tali progressi che la vita umana sfida i secoli e la tecnologia è talmente progredita che non c’è più nemmeno il brutto tempo. È come se Globalia si fosse isolata dai problemi che affliggono il mondo ordinario. E l’isolamento è concreto, oltre che metaforico, perché i suoi territori sono protetti da gigantesche cupole di vetro che la separano da tutto il resto. Il resto sono le non-zone, i territori che Globalia non ha ritenuto opportuno inglobare e che, lasciati a se stessi e precipitati nel degrado, sono abitati da un’umanità regredita alla barbarie, un’umanità violenta, diffidente, brutale. Nelle non-zone si vive in uno stato di libertà sfrenata. A Globalia tutto è regolamentato, anche la libertà, e tutto secondo quella che è l’ideologia massima: le leggi di mercato. A tenere le fila di un sistema che apparentemente tutela l’individuo, ma in realtà lo controlla in maniera ossessiva, è un ristretto pull di magnati ultracentenari guidati da Ron Altman, da cui dipendono tutte le fonti di energia. A sfidare quella finta perfezione e a cercare di barattare la sicurezza con la responsabilità, l’anestesia etica con il rischio, e il conformismo con la passione, penseranno Baikal e Kate, due fra i pochissimi giovani rimasti in quel mondo popolato da vegliardi, con un avventuroso tentativo di evasione che li porterà a confrontarsi direttamente con Ron Altman in una rocambolesca successione di colpi di scena.

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Par autoru

Jean-Christophe Rufin, medico, diplomatico, fondatore di Medici senza frontiere, Premio Goncourt, è autore di numerosi romanzi tra cui L’uomo dei sogni, Il collare rosso e Check-point.

Alberto Bracci Testasecca, Sagittario ascendente Acquario, è nato a Roma nel 1954 da genitori toscani, e attualmente vive tra Roma e Montepulciano. Dopo i più svariati mestieri, che spaziano da lavoratore di circo in Messico, a tour leader di viaggi avventura in Africa, a organizzatore di eventi culturali in India, a manager di servizi museali in Italia, nel 1999 si affaccia al mondo letterario come traduttore. Tra gli autori stranieri ai quali ha dato una voce italiana ricordiamo Eric-Emmanuel Schmitt, Laurence Cossé, John Pilger, Jane Gardam, David Foenkinos, Jean-Christophe Rufin, Jérôme Ferrari. Collabora saltuariamente alla rivista Limes. Il suo debutto come scrittore avviene nel 2007 con il romanzo Il treno (Edizioni E/O) a cui è seguito, nel 2010, Volevo essere Moccia (Edizioni La Lepre).

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