
Vera Guidorizzi
Ho annaspato durante la lettura della prima parte. Mi sono sentita avvinta dalla seconda. Non ho pienamente apprezzato la narrazione di fatti da gangsters, del mercato nero delle opere d'arte, dello spaccio e dell'abuso di sostanze, della dissolutezza dell'amico d'infanzia e dei tempi dell'adolescenza. Ho adorato invece le pagine che rievocano l'atmosfera di città, di locali, di case, di botteghe; mi ha coinvolto la narrazione di un fidanzamento che "non s'ha da fare"; mi hanno fatto ridere e piangere insieme i momenti di crisi del protagonista, il suo costante malessere, la pulsione all'autodistruzione, il senso di colpa indelebile, la consapevolezza dei sintomi di un disturbo da stress post traumatico cronico. Capitoli e momenti narrativi che valgono da soli il premio Pulitzer.