CANTARE NEL BUIO

Baldini & Castoldi
āŠ‡-āŠŠāŦāŠļāŦāŠĪāŠ•
256
āŠŠāŦ‡āМ
āŠ°āŦ‡āПāŠŋāŠ‚āŠ— āŠ…āŠĻāŦ‡ āŠ°āŠŋāŠĩāŦāŠŊāŦ‚ āŠšāŠ•āŠūāŠļāŦ‡āŠēāŠū āŠĻāŠĨāŦ€Â āŠĩāŠ§āŦ āŠœāŠūāŠĢāŦ‹

āŠ† āŠ‡-āŠŠāŦāŠļāŦāŠĪāŠ• āŠĩāŠŋāŠķāŦ‡

Torna in libreria, in un’edizione a cura di Benedetta Centovalli, con una nota di Nicoletta Leone e un’appendice critica, una delle opere piÃđ significative di Maria Corti, figura centrale della cultura italiana del Novecento. Cantare nel buio, la cui prima stesura risale al 1948, ÃĻ un esordio ritardato di piÃđ di quarant’anni quando esce la prima volta nel 1991 e questo forte slittamento temporale si veste di giallo nel cercare di capirne le ragioni alla luce di documenti e di diverse stesure conservate. Al centro dell’indagine la vocazione narrativa dell’autrice, il suo bisogno di narrare, quel volere essere prima di tutto scrittrice. Cantare nel buio racconta la vita quotidiana di una piccola comunità di lavoratori pendolari nella Lombardia dell’immediato dopoguerra, costretti a viaggiare in treni fatti di carri bestiame verso la città e la fabbrica nella speranza di un’esistenza migliore. È lo stesso viaggio che l’autrice faceva, negli anni della sua vita di pendolare tra Milano e Chiari, dove era insegnante al ginnasio. Narrando le storie dell’ultima generazione di antichi Longobardi, Maria Corti salva quel mondo povero e tragico dalla cancellazione della Storia a cui sarebbe condannato. E di stesura in stesura quel racconto operaio si trasforma in favola antropologica, dando voce al “mondo barbarico e surreale” dell’irripetibile protopendolarismo padano, e allontana il romanzo dalla poetica neorealistica del tempo in cui era stato concepito. Gli amori, le vendette, le gelosie, hanno come protagonisti personaggi che incarnano ora un mondo contadino in estinzione, ora quello razionale e urbano della fabbrica e della giustizia sociale, ora una dimensione piÃđ fabulosa, trasgressiva e arcaica dell’immaginazione. A tessere le gesta e i sentimenti di tutti, una voce anonima e disincarnata, che accompagna i personaggi in un viaggio nella lingua e nel tempo, verso la memoria e verso il futuro.

āŠēāŦ‡āŠ–āŠ• āŠĩāŠŋāŠķāŦ‡

Maria Corti (Milano, 1915-2002), filologa e storica della lingua, dantista, semiologa, critica militante e narratrice, ha insegnato, dopo quella di Lecce, per molti anni all’Università di Pavia, dove ha fondato il Fondo Manoscritti di Autori moderni e contemporanei. Protagonista del mondo culturale del Novecento, ha contribuito a far nascere riviste come “Strumenti critici”, “Alfabeta” e “Autografo”. Ha diretto l’edizione critica di tutte le opere di Fenoglio. Tra i suoi saggi piÃđ importanti, Metodi e fantasmi (1969), Il viaggio testuale (1978), La felicità mentale (1983) e Percorsi dell’invenzione (1993). Le sue opere di narrativa: L’ora di tutti (1962), Il ballo dei sapienti (1966), Voci dal Nord Est (1986), Il canto delle sirene (1989), Cantare nel buio (1991), Ombre dal Fondo (1997), Catasto magico (1999) e Le pietre verbali (2001). Dialogo in pubblico ÃĻ il libro-intervista (1995) con Cristina Nesi.

āŠ† āŠ‡-āŠŠāŦāŠļāŦāŠĪāŠ•āŠĻāŦ‡ āŠ°āŦ‡āПāŠŋāŠ‚āŠ— āŠ†āŠŠāŦ‹

āŠĪāŠŪāŦ‡ āŠķāŦāŠ‚ āŠĩāŠŋāŠšāŠūāŠ°āŦ‹ āŠ›āŦ‹ āŠ…āŠŪāŠĻāŦ‡ āŠœāŠĢāŠūāŠĩāŦ‹.

āŠŪāŠūāŠđāŠŋāŠĪāŦ€ āŠĩāŠūāŠ‚āŠšāŠĩāŦ€

āŠļāŦāŠŪāŠūāŠ°āŦāПāŠŦāŦ‹āŠĻ āŠ…āŠĻāŦ‡ āŠŸāŦ…āŠŽāŦāŠēāŦ‡āП
Android āŠ…āŠĻāŦ‡ iPad/iPhone āŠŪāŠūāŠŸāŦ‡ Google Play Books āŠāŠŠ āŠ‡āŠĻāŦāŠļāŦāПāŦ‰āŠē āŠ•āŠ°āŦ‹. āŠĪāŦ‡ āŠĪāŠŪāŠūāŠ°āŠū āŠāŠ•āŠūāŠ‰āŠĻāŦāП āŠļāŠūāŠĨāŦ‡ āŠ‘āŠŸāŦ‹āŠŪāŦ…āПāŠŋāŠ• āŠ°āŦ€āŠĪāŦ‡ āŠļāŠŋāŠ‚āŠ• āŠĨāŠūāŠŊ āŠ›āŦ‡ āŠ…āŠĻāŦ‡ āŠĪāŠŪāŠĻāŦ‡ āŠœāŦāŠŊāŠūāŠ‚ āŠŠāŠĢ āŠđāŦ‹ āŠĪāŦāŠŊāŠūāŠ‚ āŠĪāŠŪāŠĻāŦ‡ āŠ‘āŠĻāŠēāŠūāŠ‡āŠĻ āŠ…āŠĨāŠĩāŠū āŠ‘āŠŦāŠēāŠūāŠ‡āŠĻ āŠĩāŠūāŠ‚āŠšāŠĩāŠūāŠĻāŦ€ āŠŪāŠ‚āŠœāŦ‚āаāŦ€ āŠ†āŠŠāŦ‡ āŠ›āŦ‡.
āŠēāŦ…āŠŠāŠŸāŦ‰āŠŠ āŠ…āŠĻāŦ‡ āŠ•āŠŪāŦāŠŠāŦāŠŊāŦāŠŸāŠ°
Google Play āŠŠāŠ° āŠ–āŠ°āŦ€āŠĶāŦ‡āŠē āŠ‘āŠĄāŠŋāŠ“āŠŽāŦāŠ•āŠĻāŦ‡ āŠĪāŠŪāŦ‡ āŠĪāŠŪāŠūāŠ°āŠū āŠ•āŠŪāŦāŠŠāŦāŠŊāŦāŠŸāŠ°āŠĻāŠū āŠĩāŦ‡āŠŽ āŠŽāŦāаāŠūāŠ‰āŠāŠ°āŠĻāŦ‹ āŠ‰āŠŠāŠŊāŦ‹āŠ— āŠ•āŠ°āŦ€āŠĻāŦ‡ āŠļāŠūāŠ‚āŠ­āŠģāŦ€ āŠķāŠ•āŦ‹ āŠ›āŦ‹.
eReaders āŠ…āŠĻāŦ‡ āŠ…āŠĻāŦāŠŊ āŠĄāŠŋāŠĩāŠūāŠ‡āŠļ
Kobo āŠ‡-āŠ°āŦ€āŠĄāŠ° āŠœāŦ‡āŠĩāŠū āŠ‡-āŠ‡āŠ‚āŠ• āŠĄāŠŋāŠĩāŠūāŠ‡āŠļ āŠŠāŠ° āŠĩāŠūāŠ‚āŠšāŠĩāŠū āŠŪāŠūāŠŸāŦ‡, āŠĪāŠŪāŠūāŠ°āŦ‡ āŠŦāŠūāŠ‡āŠēāŠĻāŦ‡ āŠĄāŠūāŠ‰āŠĻāŠēāŦ‹āŠĄ āŠ•āŠ°āŦ€āŠĻāŦ‡ āŠĪāŠŪāŠūāŠ°āŠū āŠĄāŠŋāŠĩāŠūāŠ‡āŠļ āŠŠāŠ° āŠŸāŦāаāŠūāŠĻāŦāŠļāŠŦāŠ° āŠ•āŠ°āŠĩāŠūāŠĻāŦ€ āŠœāŠ°āŦ‚āа āŠŠāŠĄāŠķāŦ‡. āŠļāŠŠāŦ‹āаāŦāПāŦ‡āŠĄ āŠ‡-āŠ°āŦ€āŠĄāŠ° āŠŠāŠ° āŠŦāŠūāŠ‡āŠēāŦ‹ āŠŸāŦāаāŠūāŠĻāŦāŠļāŦāŠŦāŠ° āŠ•āŠ°āŠĩāŠū āŠŪāŠūāŠŸāŦ‡ āŠļāŠđāŠūāŠŊāŠĪāŠū āŠ•āŦ‡āŠĻāŦāŠĶāŦāаāŠĻāŦ€ āŠĩāŠŋāŠ—āŠĪāŠĩāŠūāŠ° āŠļāŦ‚āКāŠĻāŠūāŠ“ āŠ…āŠĻāŦāŠļāŠ°āŦ‹.