Nel Quattrocento, un periodo di profondi cambiamenti sociali e culturali, Platone riemerse con una vitalità rinnovata, influenzando in modo significativo il pensiero filosofico e religioso dell'epoca. Le sue opere, che delineano una visione del mondo governata da principi eterni e immutabili, si rivelarono particolarmente pertinenti in un contesto in cui la società cercava nuove risposte a domande esistenziali e morali. Questa riscoperta non fu semplicemente un recupero di testi antichi, ma un processo di reinterpretazione che portò alla formazione di un circolo platonico, il cui massimo esponente fu Marsilio Ficino.