Il malocchio

· Teatroformattivo · Lesari: Gianluca Testa
Hljóðbók
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Um þessa hljóðbók

Vincenzo Albagi è una persona inetta, che vive la vita passivamente, sempre

dedito all'immaginazione e rancoroso nei confronti di una realtà in cui non

riesce a vivere. Il malocchio nasce dal rancore accumulatosi dentro di lui.

Vincenzo è incapace di adattarsi e rispondere alla realtà, come invece fanno

gli altri, quelli che sono in confidenza con essa e lottano per occupare un

posto di rilievo. Svevo inserisce nella narrazione temi darwiniani, come quello

della lotta per la vita e dell'adattamento in natura, intrecciati con la riflessione

di Schopenhauer su come gli esseri umani tendano a vedere gli altri come

semplici rappresentazioni di loro stessi e sé stessi come intera volontà e

rappresentazione.

Oltre che dal rancore, il malocchio nasce anche dall'invidia e dalla gelosia

che Vincenzo prova nei confronti degli altri, dei loro successi e delle loro

realizzazioni (le cose alte e le cose eccelse nel racconto, cioè i sogni

realizzati e i traguardi raggiunti). Dato che lui non riesce a trovare

appagamento, lo cerca indirettamente e inconsapevolmente, provocando e

assistendo al dolore altrui. Questo racconto può essere inserito in un gruppo

di testi narrativi di matrice fantastica dei primi del Novecento che sono stati

influenzati dalle prime acquisizioni della psicoanalisi.

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